Questo è il (sacrosanto) principio di diritto espresso dalla Corte di Cassazione nella recentissima sentenza n. 31322/2017 (sotto allegata).
Avv. Paolo Accoti – L’amministratore di condominio che, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria del denaro altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a euro 1.032,00.
Il reato di appropriazione indebita si consuma allorquando l’amministratore, che ha la disponibilità di denaro di proprietà altrui (condòmini) in virtù dell’incarico ottenuto, si comporta come se fosse il proprietario, con la volontà espressa o implicita di considerare lo stesso come proprio.