Quando l’inquilino diventa amministratore di codominio, quali specifici requisiti deve possedere?

da condominioweb.com

L’autogestione amministrativa sembra essere una tendenza in continua ascesa negli edifici condominiali medio-piccoli, grazie anche al legislatore che, con l’art. 1129 c.c., inspiegabilmente, ha innalzato il numero minimo dei condòmini (da quattro a otto) oltre il quale è obbligatoria la nomina dell’amministratore.

In altri termini la legge prevede che gli edifici condominiali, con meno di otto proprietari, possano essere gestiti senza l’amministratore, anche se nessuna norma vieta ai condòmini in numero inferiore a nove, di poter nominare comunque un amministratore.In effetti il legislatore sembra aver fatto di più, per incoraggiare l’autogestione, se si pensa che si è sforzato anche ad inventare una misteriosa figura amministrativa, con “funzioni analoghe a quelle dell’amministratore”, ossia un facente funzioni delegato dai condòmini ad occuparsi del fabbricato.

In tale prospettiva sono davvero tanti i condòmini, che allettati dall’idea di non pagare l’onorario dell’amministratore esterno, preferiscono organizzarsi, in via amichevole, nominando un referente interno, addetto ad occuparsi della gestione condominiale.

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Bonus mobili, lavori in condominio, fondi pensione: i nuovi dati nel 730

da ilsole24.com

Più dati e più precisi. La dichiarazione dei redditi precompilata si avvia a spegnere le tre candeline nel 2018 con un nuovo pacchetto di informazioni maggiormente dettagliato rispetto agli anni precedenti. A partire dal bonus mobili, passando per la cessione del credito per i lavori di ristrutturazione o di risparmio energetico su parti comuni degli edifici condominiali fino ad arrivare alle pensioni complementari e ai rimborsi di spese mediche. È l’effetto dell’aggiornamento delle modalità di trasmissione delle informazioni messo a punto dall’agenzia delle Entrate. A questo obiettivo di una maggiore completezza delle comunicazioni, si aggiungono poi per la prima volta: le spese sostenute per l’iscrizione e la frequenza di asili nido e le erogazioni liberali che saranno comunicate dagli enti del Terzo settore ma solo in via facoltativa (non c’è un obbligo, quindi). Vediamo meglio nel dettaglio.

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Danni dalle tegole del condominio: chi risarcisce?

da laleggepertutti.it

Viene, inevitabilmente, alla memoria il mitico Fantozzi. Solo lui, passeggiando tranquillamente in città, è capace di prendere in testa la tegola caduta dal tetto di un condominio che, fino a quel momento, non aveva mai dato segni di cedimento. Si sa: se la fortuna è cieca, «quella lì» ci vede benissimo.

Non sembrerebbe vero, ma di questi Fantozzi in giro ce ne sono a decine. Ed è per questo che sono frequenti le richieste di risarcimento per danni subiti da tegole, da pezzi di cornicione o da frammenti della struttura di un edificio che, a causa del maltempo, si sganciano dal palazzo e finiscono sul malcapitato passante che transita in zona in quel momento, se non sulla sua auto.

La domanda che molti si pongono è: per i danni dalle tegole del condominio che volano via durante una bufera, chi risarcisce? C’è il diritto di chiedere i danni a qualcuno o bisogna prendersela soltanto con Eolo, dio dei venti, che difficilmente si presenterà in aula per rispondere della propria ira?

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Il comodato di una casa è una donazione?

da laleggepertutti.it

Il comodato: un termine giuridico che possiamo tradurre, in parole comuni, con la parola «prestito». Dare in comodato una casa, un appartamento o qualsiasi altro immobile significa prestarlo gratuitamente, senza voler nulla in cambio. Ovviamente non c’è uno scopo se non il fine stesso della generosità (in termini giuridici si chiama «spirito di liberalità»). A questo punto è legittimo chiedersi se il comodato di una casa è una donazione, ossia l’attribuzione di un diritto a titolo gratuito come può essere ad esempio la consegna di una somma di denaro, di un’auto o di qualsiasi altro bene. È vero, c’è una differenza di fondo: nel comodato il bene va sempre restituito alla scadenza concordata, mentre nella donazione no. Una cosa regalata non può essere più chiesta indietro. Ma non c’è dubbio che, quando il comodato ha oggetto un immobile, il vantaggio consiste già solo nel fatto di un notevole risparmio di soldi per l’affitto che, altrimenti, il comodatario avrebbe dovuto sborsare in favore di un ipotetico padrone di casa. Il risultato, alla fine dei conti, è lo stesso di un regalo avente ad oggetto una discreta somma di denaro. Insomma, il comodato potrebbe apparire, a tutti gli effetti, come una donazione indiretta, con lo scopo di procurare cioè una specifica utilità. Se il comodato di una casa è una donazione o meno non è questione di pura “lana caprina”, ma ha degli effetti importantissimi nel momento in cui si va a dividere l’eredità di una persona. A breve spiegheremo il perché con un esempio pratico. La questione è stata di recente affrontata dal Tribunale di Padova con una sentenza che chiarisce se dare in prestito una casa a una persona per viverci è un regalo o meno.

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Condominio: problematiche inerenti alle spese relative all’ascensore

da studiocataldi.it

Il condominio è ente di gestione sfornito di personalità giuridica distinta da quella dei singoli condomini.

La definizione non è offerta dal codice civile ma è frutto di una lunga elaborazione giurisprudenziale (cfr. Cass., sez. II, n. 12343/2002; Cass., sez. III, n. 12911/2012).

In dottrina si è discusso a lungo sulla natura giuridica del condominio senza arrivare, però, a una definizione condivisa, ma è stato sempre escluso che si tratta di un ente autonomo rispetto ai singoli condomini.

L’edificio condominiale è costituito da più unità immobiliari (appartamenti, negozi ecc.), disposte ciascuna su un piano o porzione di piano, i cui proprietari hanno la comproprietà di parti e servizi comuni. Si tratta, dunque, di una forma particolare di comunione, in quanto più soggetti sono titolari di diritti, oltre che sulla propria unità immobiliare, sui beni e sui servizi comuni.

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Chi eredita la casa entra in possesso anche dei mobili?

da laleggepertutti.it

Chi eredita la casa arredata non diviene automaticamente proprietario di tutto quanto vi è al suo interno, a meno che ciò non sia stato previsto dal testamento. Il de cuius può infatti aver attribuito ad un erede espressamente la casa insieme ai mobili in essa contenuti.

Diversamente, in assenza di previsione testamentaria, i beni mobili, in quanto parte dell’asse ereditario, devono essere divisi tra gli eredi in base alle regole previste dalla legge.

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Quanti animali è possibile tenere in un appartamento condominiale?

da condominioweb.com

Come sappiamo la legge di riforma 212/2012 ha fornito un’apertura verso quei condomini che vogliono tenere gli animali in appartamento. Difatti l’ultimo comma dell’art. 1138 c.c. prevede che “le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”. Da una prima lettura, la norma è alquanto chiara: rappresenta il pensiero del legislatore in un clima del concetto di animale “oggi” (valorizzazione dell’animale dal punto di vista del rapporto uomo/animale).

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Spese condominiali e partecipazione al condominio 2018

da fiscoetasse.com

Le spese condominiali, dette anche anche oneri o obbligazioni condominiali, sono in parole semplici quanto ciascun condòmino è tenuto a pagare in ragione della sua partecipazione al condominio. Tutti noi sappiamo che chi abita in condominio (meglio, chi vanta il diritto di proprietà proprietà o altro diritto reale su un immobile posto in condominio) è tenuto a pagare le spese condominiali e ciò è abbastanza intuitivo: se vi è qualcosa in comune tra più soggetti, in comune andranno sostenute le spese. Ma, da dove discende, giuridicamente, tale obbligo? Vediamo quali sono le norme di riferimento.

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Cancellazione pignoramento immobiliare e ipoteca: come avviene?

da idealista.it

Un bene viene liberato dall’ipoteca iscritta a garanzia del credito e da ogni altro vincolo che comunque ne limiti la disponibilità nel momento in cui il creditore riceve il pagamento dovuto. Così impone la legge. L’ipoteca, dunque, si estingue nel momento in cui viene adempiuto il debito, ma fino a quando non viene materialmente cancellata dai pubblici registri, essa rimane trascritta e l’immobile risulta ancora ipotecato. Se poi nel frattempo l’immobile è stato pignorato, il pagamento non estingue immediatamente il pignoramento, ma è necessario un atto giudiziale e poi la cancellazione dai pubblici registri.

E’ bene ricordare che il permanere dell’iscrizione dell’ipoteca e del pignoramento risulta pregiudizievole per la circolazione del bene stesso. Per tale ragione, la legge impone al creditore, una volta estinto il debito, di consentire la liberazione dei beni dall’ipoteca e da ogni altro vincolo che comunque ne limiti la disponibilità.

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Quante assenze può fare dal lavoro una persona con disabilità?

da laleggepertutti.it

Quante assenze dal lavoro può fare un lavoratore dipendente che si mette malato? E quante invece ne può fare un disabile o un invalido che ha una condizione fisica diversa e certamente più grave? Nel primo caso esiste il cosiddetto «periodo di comporto»: il contratto collettivo stabilisce cioè, per ogni tipo di lavoratore, una durata massima di assenze per malattia che gli sono consentite ed entro la quali non può essere licenziato; superato però questo tetto, il datore può far scattare il licenziamento. Come ci si deve comportare nei confronti invece del disabile? Un disabile con handicap può fare quante assenze vuole dal lavoro posto che è più soggetto a ricoveri, trattamenti, infortuni e malattie varie? La risposta – particolarmente interessante – è stata data da una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea [1]. Vediamo cosa hanno detto i giudici comunitari, con sede a Lussemburgo, in materia di assenze per malattia per i disabili.

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