Condominio: contabilizzatori e termovalvole

da laleggepertutti.it

Secondo la legge [1] è obbligatorio contabilizzare il calore nei condominii: da qui la necessità di installare sistemi di contabilizzatori e termovalvole. L’obbligo della termoregolazione – inizialmente previsto entro il 31 dicembre 2016 e poi prorogato al 30 giugno 2017 – discende da una direttiva europea in tema di efficienza energetica [2], che ha imposto all’Italia interventi di efficientamento energetico.

Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste.

In primo luogo è da dire che l’obbligo della termoregolazione riguarda in concreto gli edifici serviti da un’unica centrale termica per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria. Ovviamente l’adempimento dell’obbligo in questione passa per interventi tecnici consistenti sugli impianti di riscaldamento. Infatti, l’adeguamento dell’impianto termico condominiale comporta per ciascun condominio delle spese non indifferenti. Allo stesso tempo, però, lo stesso produrrà un cambiamento fondamentale nella gestione del riscaldamento, sia in termini di spesa che di sprechi. Infatti, con la contabilizzazione del calore ogni condomino dovrà pagare solo quanto effettivamente consuma e quindi la bolletta verrà calcolata in base all’effettivo riscaldamento fornito all’abitazione.

L’adeguamento alla normativa si ottiene sostanzialmente attraverso tre attività:

  • contabilizzazione: ovvero l’installazione dei ripartitori sui radiatori. I ripartitori sono strumenti di lettura che consentono di monitorare il calore emesso;
  • termoregolazione: vale a dire l’installazione delle valvole termostatiche sui radiatori che consentono di regolare in ogni stanza la temperatura;
  • nuove tabelle millesimali: tutti gli edifici con riscaldamento centralizzato devono adeguare le tabelle millesimali del riscaldamento alla nuova norma Uni 10200.

In particolare per quanto concerne il nuovo sistema di ripartizione delle spese, la nuova tabella millesimale prevede la suddivisione dei consumi non più sulla base dei millesimi di proprietà ma attraverso la distinzione in consumi volontari e consumi involontari. Nella prima categoria rientra la spesa per il riscaldamento così come rilevato appunto dai contabilizzatori installati sui radiatori di ciascuna unità immobiliare. Nella categoria dei consumi involontari rientrano, invece, le altre spese, come ad esempio i consumi derivanti da dispersioni di calore che avvengono dalle tubature prima di arrivare negli appartamenti. O ancora rientrano nella categoria delle spese involontarie le spese di manutenzione ordinaria dell’impianto e quelle per la gestione del servizio. Secondo la nuova tabella millesimale [3], in coerenza con le previsioni del codice civile [4], al pagamento delle spese involontarie partecipano anche gli eventuali condomini che si siano distaccati dall’impianto centralizzato.

Dell’adeguamento degli impianti ciascun condominio deve darne notizia alla Regione (o alla Provincia autonoma) in cui è ubicato. Ciascuna Regione, dunque, attraverso un’interrogazione ai propri registri può verificare l’adeguamento o meno di ogni edificio agli obblighi di legge. Per i condominii che non si sono adeguati per tempo all’obbligo in questione sono previste pesanti sanzioni amministrative che possono oscillare da 500,00 € a 2.500,00 € per ciascuna unità immobiliare [5]. Per completezza deve dirsi altresì che soggiacciono alla medesima sanzione quei condominii che, sebbene si siano provvisti di termoregolazione e contabilizzazione, non abbiano provveduto a ripartire le spese in conformità alla normativa sulle nuove tabelle millesimali [6].

Estate a rischio ladri in casa: come difendersi?

da bitontoviva.it 

Partenze per le vacanze, case lasciate vuote per settimane, interi quartieri che si spopolano a ridosso dei mesi estivi: in questo periodo cresce il rischio di subire furti in abitazione e, sul fronte della prevenzione, qualcosa certamente si può fare.

Si parte sempre dal buon senso (scrivere sui social dalle vacanze indicando destinazione e periodo di soggiorno equivale, più o meno, a lasciare le chiavi di casa ai ladri, ndr), ma è bene conoscere alcune pratiche che, se suggerite come in questo caso da chi conosce fenomeni e tipologie di criminali, diventano uno strumento di prevenzione molto prezioso.

Evitare di far sapere se si sta partendo, controllare il funzionamento del sistema dall’allarme, lasciare accesa una luce o la radio per mostrare che la casa è abitata, chiedere ad un amico di controllare periodicamente l’abitazione e di prelevare con frequenza la corrispondenza che potrebbe accumularsi nella casella condominiale: questi alcuni dei suggerimenti dell’Arma dei Carabinieri per proteggere al meglio la propria abitazione durante le vacanze estive.

Sono due le categorie di ladri che colpiscono nel periodo estivo: le bande specializzate, che vanno a colpo sicuro puntando le case di proprietà di famiglie facoltose, più complicate da violare, ma che garantiscono un bottino importante, e coloro che invece approfittano di qualsiasi situazione e prendono di mira appartamenti senza una reale strategia.

NUOVI SISTEMI DI ALLARME
Le aziende del settore offrono soluzioni alla portata di tutti: con le nuove tecnologie esistono infatti sistemi sofisticati adatti sia al pensionato sia al cliente più facoltoso, anche tenendo conto che la spesa può quasi sempre essere rateizzata. Per fare qualche esempio, esistono sistemi di allarme interamente senza fili, utilizzando la tecnica wifi e Gsm con pannello di controllo parla/ascolta, due sensori di movimento con registrazione immagini, shock sensor per porte e finestre (vale a dire sensori in grado di rilevare le vibrazioni prodotte da un tentativo di attacco), sirena ad alta potenza, lettore chiavi intelligenti, controlli degli accessi e pulsante Sos collegata ad una centrale di sorveglianza privata.

SMARTPHONE, TABLET E “SOCIAL”…
Porte blindate, grate in acciaio, serrature evolute sono, quindi, fondamentali per proteggersi, ma dotarsi di un antifurto elettronico collegato con le forze dell’ordine o con istituti di vigilanza privati, con telecamere monitorabili e in tempo reale sul proprio smartphone o tablet sicuramente rappresenta una preziosa integrazione delle difese fisiche. È bene infatti rammentare che le difese fisiche sono in grado di rallentare l’attacco del malvivente, mentre le difese elettroni che segnalano a chi di dovere che l’attacco è stato iniziato o in corso. Ma non andrebbe dimenticata una reciproca collaborazione fra vicini in modo da tenere d’occhio le abitazioni soprattutto in assenza del proprietario.

FATE ATTENZIONE A…
Tra i suggerimenti delle forze dell’ordine ce ne sono alcuni molto semplici: mettere solo il cognome sia sul citofono sia sulla cassetta della posta per evitare di indicare il numero effettivo di inquilini (il nome identifica l’individuo, il cognome la famiglia), non attaccare al portachiavi targhette con nome ed indirizzo che possano, in caso di smarrimento, far individuare immediatamente l’appartamento, da conservare nella stessa borsetto contenitore le chiavi e i documenti di identità, onde rendere più difficoltoso per il malvivente abbinare mazzo di chiavi all’abitazione, non mettere al corrente troppa gente dei propri spostamenti (soprattutto in caso di assenze prolungate).

È poi opportuno avere installata una porta blindata con spioncino e serratura di sicurezza e, per una maggiore sicurezza, sarebbe bene poter contare su videocitofoni e telecamere a circuito chiuso. Infine, in caso di scippo o borseggio, con la probabilità che il malvivente possa individuare l’appartamento cui si riferisce il mazzo di chiavi, è bene telefonare immediatamente ad un vicino di casa, mettendolo in guardia su possibili accessi abusivi. Naturalmente il vicino deve sorvegliare con discrezione l’appartamento e telefonare alle forze dell’ordine se del caso, evitando in ogni modo di fronteggiare il malvivente. Questa iniziativa deve essere attuata immediatamente, ancora prima di presentare denuncia le forze dell’ordine, perché l’esperienza mostra che un malvivente può essere in grado di presentarsi presso l’abitazione del soggetto borseggiato in tempi brevissimi.

Consigli per prevenire furti nelle abitazioni

  • Chiudere il portone d’accesso al palazzo.
  • Non aprire il portone se non sapete chi ha suonato.
  • Installare dispositivi antifurto, collegati possibilmente con numeri di emergenza.
  • Conservare documenti personali nella cassaforte o in un luogo sicuro.
  • Installare una porta blindata con spioncino e serratura di sicurezza, la cui chiave deve essere a prova di duplicazione abusiva.
  • Installare videocitofoni e/o telecamere a circuito chiuso.
  • Attivare sempre l’allarme.
  • Illuminare l’ingresso e le zone buie.
  • Non informare tutte le persone di vostra conoscenza dei vostri spostamenti.
  • Lasciare accesa una luce o la radio.
  • Sulla segreteria telefonica, registrate il messaggio sempre al plurale.
  • Se vi accorgete che la serratura è stata manomessa o che la porta è socchiusa, non entrate in casa, portatevi in una posizione di sicurezza, e chiamate immediatamente il 112.

Multa fino a 674 euro per chi occupa il parcheggio con una sedia

da studiocataldi.it

Quante volte c’è capitato di vedere posto auto “occupati” con sedie o comunque con materiale ingombrante tale da impedire agli automobilisti di parcheggiare? Una prassi consolidata che però, come avevamo già anticipato qualche mese fa (vedi Occupare il parcheggio con una sedia è illecito) è tutt’altro che lecita.

Si tratta di un tipo di comportamento che comporta conseguenze sul piano amministrativo e sul piano penale.

Violazione dell’articolo 20 del Codice della strada

Dal punto di vista amministrativo, il materiale che occupa un parcheggio auto costituisce violazione dell’articolo 20 del Codice della strada che stabilisce come sia «vietata ogni tipo di occupazione della sede stradale, ivi compresi fiere e mercati, con veicoli, baracche, tende e simili».

E’ consentita invece l’occupazione della carreggiata a patto che «che venga predisposto un itinerario alternativo per il traffico ovvero, nelle zone di rilevanza storico-ambientale, a condizione che essa non determini intralcio alla circolazione». Dunque «chiunque occupa abusivamente il suolo stradale, ovvero, avendo ottenuto la concessione (il codice della strada prende comunque l’esempio di una concessione data che non è di certo l’occupazione della strada con una sedia, ndr) non ottempera alle relative prescrizioni, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 168 a euro 674».

Le conseguenze previste dall’art. 633 del codice penale

Dal punto di vista penale, occupare la sede stradale potrebbe essere una condotta rientrante nell’area penalmente rilevante e, nello specifico, nell’art. 633 del codice penale che punisce, a querela della persona offesa, «chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto», con la reclusione fino a due anni o la multa da 103 a 1032 euro.

Perché vi sia questa grave sanzione però è necessario che si faccia di più che posizionare una sedia sul manto stradale ed occupare un parcheggio. L’elemento del reato richiesto dall’articolo 633 c.p. per l’autore della condotta è l’intenzione di realizzare un’occupazione che sia stabile. Ipotesi difficilmente riscontrata se non nei casi in cui ad occupare il parcheggio siano piazzati supporti fissi.

CondominioAdvisor: è nato il primo social, marketplace e reputational del condominio

da condominioweb.com

CondominioAdvisor è un marchio De.Gar. S.r.l. Strartup innovativa fondata da un avvocato, un amministratore di condominio è una software house.

Che cosa?
CondominioAdvisor è il primo portale, già operativo al 100%, che coniuga l’interazione di un social, la trasparenza di un reputational e il risparmio di un marketplace.

Perchè un social del condominio?
Il condominio, dopo la famiglia, rappresenta la comunità più diffusa in Italia.
La riforma legislativa del 2012 non ha offerto le risposte attese e le nuove tecnologie applicate al condominio stentano a decollare.

Il condominio è diventato un organizzazione piramidale centralizzata attorno all’amministratore, nella cui parte centrale si trovano i fornitori e alla base i condomini.

Questo comporta scarsa partecipazione e disinteresse alla vita condominiale, poca trasparenza di gestione e l’aumento dei costi a scapito della competitività e del risparmio.
La risposta che propone CondominioAdvisor ai problemi del condominio è un portale innovativo che offre gratuitamente ai condomini la possibilità di creare il sito web del proprio condominio in modo semplice, con pochi click e senza costi.
Il sito web del condominio può essere creato sia da un singolo condomino, che così ne diventa il referente, in sostanza è il caposcala virtuale del sito del condominio, che dall’amministratore di condominio.
Il primo utente che crea il sito del condominio inviterà gli altri condomini e l’amministratore ad iscriversi, incentivando così l’autoresponsabilità dei singoli condomini.
Ogni condomino può partecipare al proprio sito condominiale e contribuire al miglioramento della gestione, ad evidenziare i problemi ed a cercare le soluzioni per migliorare la vita condominiale.

Come migliorare le relazioni tra condòmini, amministratori e fornitori?
Il sito web di CondominioAdvisor è unico perché offre non solo la possibilità di inviare comunicazioni, segnalare eventi, aprire discussioni e annunci sulle varie sezioni del sito del condominio ma consente anche di conoscere i fornitori, valutarli, commentare i loro servizi ed accedere al primo mercato online dei beni e servizi condominiali.
Il condominio online di CondominioAdvisor consente di ridurre la conflittualità all’Interno del condominio aumentando l’interazione e di conseguenza le relazioni tra i condomini, gli amministratori ed i fornitori grazie al lato social della piattaforma.
La sezione “bacheca” offre la possibilità per gli utenti di dare vita a molteplici gruppi di discussione e garantisce una maggiore partecipazione dei condomini: ciò è garanzia di una partecipazione alla gestione condominiale più diffusa e meno conflittuale.

La tecnologia incontra la trasparenza nella gestione del condominio.
CondominioAdvisor promuove la trasparenza della gestione condominiale grazie a tre strumenti: i reputational contenuti nelle schede degli amministratori e fornitori iscritti; il servizio di cloud documentale che consente di condividere i documenti condominiali in modo che tutti hanno la facoltà di consultare la documentazione condominiale; il sistema di analisi di bilancio condominiale, basata su un algoritmo proprietario, che consente agli utenti, inserendo alcune voci di bilancio, una rapida verifica della congruità delle spese condominiali o eventuali possibili eccessi di costi e, all’occorrenza, propone anche delle rapide soluzioni accedendo al marketplace del condominio.

Come accedere al primo marketplace dei beni e servizi condominiali?
Migliorare le relazioni tra condòmini e promuovere la trasparenza nella gestione condominiale sono solo due dei tre pilastri di CondominioAdvisor: il terzo pilastro è promuovere maggior risparmio ed efficienza condominiale.

Tutto questo oggi è possibile con una semplice richiesta di preventivo che, con un click, consente di inoltrare la richiesta a molteplici fornitori specializzati nel settore richiesto e nel proprio ambito territoriale.

I fornitori di servizi condominiali avranno per la prima volta la possibilità di inviare i preventivi richiesti per beni e servizi condominiali direttamente ai condòmini, far conoscere la propria azienda e, contestualmente, relazionarsi con gli utenti ed interagire direttamente senza alcun filtro.

I condòmini potranno così esaminare i preventivi, chiedere eventuali integrazioni o chiarimenti ed esprimere la propria preferenza con un “like” ed estrarre una pratica classifica dei preventivi pervenuti così da agevolare la scelta del fornitore in assemblea.

Questo processo semplifica anche l’attività dell’amministratore che sarà coadiuvato nella scelta del fornitore in modo trasparente e sarà facilitato in sede di assemblea per procedere alla nomina del nuovo fornitore.

Il sito web condominiale con tecnologia blockchain: una marcia in più.
Creando il sito web del condominio con CondominioAdvisor l’utente potrà, inoltre, risparmiare nella gestione dei documenti condividendoli all’interno dell’area “archivio condominiale”; tutti i condòmini avranno così a disposizione un vero e proprio registro dei documenti condominiali sempre a portata di mano, CondominioAdvisor, inoltre, è la prima startup innovativa che ha creato il registro dei documenti condominiali in cloud con tecnologia blockchain.

Questo avviene perchè a differenza delle società il condominio non ha un registro dove depositare gli atti, i bilanci ed i verbali di assemblea. L’archivio condominiale consente non solo di avere a portata di click i documenti ma anche di avere la garanzia che i documenti, una volta immessi, non possono più essere modificati o alterati senza il consenso dell’assemblea.

Questo è possibile grazie alla possibilità di generare un’impronta digitale del documento depositato e ottenere una marcatura temporale aperta grazie alla tecnologia blockchain che ne garantisce nel tempo l’inalterabilità.
Ma non finisce qui! Una volta registrato il sito del condominio l’utente potrà consultare e alimentare la rubrica dei contatti condominiali, mantenere un archivio della letteratura dei consumi idrici ed inviare la lettura.

CondominioAdvisor si rivolge anche agli amministratori, i quali potranno fornire uno strumento digitale utile e gratuito che consente di superare le barriere fisiche e garantire una partecipazione alla vita del condominio semplice per tutti condomini.
Gli amministratori potranno così essere presenti, contemporaneamente, su più condomini, promuovere discussioni, preparare le assemblee di condominio in modo da renderle più efficienti e risolutive, promuovere la trasparenza della gestione condominiale e consentire il risparmio nell’acquisto di beni e servizi condominiali.

Grazie a CondominioAdvisor la vita condominiale può raggiungere nuovi livelli di partecipazione, condivisione ed efficienza di gestione contemporaneamente: i condòmini e l’amministratore potranno ridurre la conflittualità, garantire la trasparenza e ottimizzare i tempi ed i costi di gestione.

https://condominioadvisor.it/

Antenne in condominio: tutto quello che devi sapere

da studiocataldi.it

Anche in presenza di un’antenna centralizzata, ciascun condomino è libero di installare una propria antenna televisiva, senza richiedere alcuna autorizzazione all’amministratore. Quest’ultimo, però dev’essere informato prima dell’intervento, qualora si rendano necessarie delle modifiche delle parti comuni.

L’antenna può essere installata sia sul balcone di proprietà esclusiva che su tetti o lastrici solari di proprietà comune.

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Offerte di Lavoro in Italia: il 30% nel Turismo

da pmi.it

Secondo quanto emerso dall’Osservatorio CornerJob sul mercato del lavoro, nel secondo trimestre 2018 oltre la metà degli under 30 (56%) iscritti alla piattaforma di mobile recruiting è in cerca di un’occupazione (con un calo di 14 punti percentuali rispetto al primo trimestre dell’anno quando la percentuale in questa fascia di età era quasi del 70%) e la maggior parte di essi ha meno di un anno di esperienza.

Recruiting: identikit dei candidati

Sono numerosi i giovani sotto i 30 che puntano a sfruttare la stagione estiva per accrescere la propria esperienza professionale, soprattutto nel settore del turismo, e il fatto che la percentuale degli under 30 che cerca lavoro sia diminuita lascia pensare che non siano pochi quelli che hanno trovato occupazione.

Analizzando invece la fascia d’età compresa tra i 31 e i 45 anni in cerca di lavoro non si segnalano variazioni sostanziali rispetto al trimestre precedente e la percentuale rimane al 23% (-2% rispetto al Q1). Al contrario si registra un aumento della quota degli over 45, ovvero di coloro che si trovano nella fascia centrale della propria vita professionale, la cui percentuale si assesta al 16% del totale (+10% rispetto al Q1).

Fa riflettere che una quota molto alta (quasi il 44%) di chi cerca un’occupazione sia costituita da donne le quali sembrano un molti casi puntare sulla flessibilità prevista da contratti a termine, part time o lavoro occasionale per riuscire a conciliare tempo di lavoro e famiglia.

Anche gli uomini tuttavia sembrano abbandonare sempre di più l’idea del posto fisso per abbracciare progetti professionali più articolati e dinamici. Difficilmente si pensa di rimanere nella stessa azienda per più di tre-cinque anni.

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Guerra totale alle importazioni cinesi. Trump annuncia altre tasse

da avvenire.it

Gli Stati Uniti continuano l’escalation della propria guerra commerciale, con Washington che minaccia di imporre nuove tariffe su altri 200 miliardi di dollari di beni cinesi. Il presidente Usa, Donald Trump, ha ordinato al dipartimento del Commercio di “iniziare il processo di imposizione di tariffe del 10% su ulteriori 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi”, ha detto il rappresentante del commercio americano Robert Lighthizer, accusando Pechino di aver imposto tariffe doganali “senza alcuna base legale o giustificazione internazionale”. Funzionari statunitensi valuteranno a fine agosto una lista di prodotti mirati su cui imporre i dazi e dalla Casa Bianca hanno fatto sapere che ci vorranno circa due mesi per finalizzare le eventuali tariffe, che arriverebbero con il via libera finale del presidente. L’obiettivo finale è quello di arrivare a dazi sul 40% delle importazioni cinesi, la stessa percentuale di merci statunitensi colpite dalle rappresaglie di Pechino. Questi nuovi dazi, se confermati nelle prossime settimane, andrebbero dunque ad aggiungersi alle tariffe del 25 per cento imposte da Washington su 34 miliardi di importazioni cinesi entrate in vigore venerdì scorso. Affondo al quale subito dopo la Cina ha risposto tassando 545 prodotti americani, quasi tutti agricoli.

Non si è fatta attendere la risposta di Pechino. “Il comportamento degli Stati Uniti sta danneggiando la Cina, ferendo il mondo e facendo del male agli stessi Usa” ha detto il ministero del Commercio. Pechino ha definito “assolutamente inaccettabile” la nuova minaccia di Washington e ha promesso ulteriori contromisure. “Al fine di salvaguardare gli interessi fondamentali del Paese e gli interessi fondamentali della popolazione, il governo cinese come sempre non avrà altra scelta che adottare le necessarie contromisure”, ha detto la Cina. Pechino ha chiarito che “immediatamente” farà ricorso contro il comportamento “unilateralista” di Washington presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto). Le Borse asiatiche accusano il colpo della presentazione della nuova lista di dazi. Shanghai chiude a -1,8%, Tokyo -1,2% Gli effetti negativi si fanno sentire anche in Europa. Milano maglia nera (-1,5%), Londra cede l’1,2%.

Se i dazi precedentemente imposti dagli americani riguardavano quasi esclusivamente prodotti industriali, giustificati anche con una guerra dei brevetti, il nuovo elenco mira a tassare il mercato alimentare: comprenderebbe frutti di mare, verdura, frutta, cereali. Ma anche tabacco e altri beni di largo consumo come valigie penumatici, mobili, abbigliamento e arredamento. Prodotti insomma usati dalla stragrande maggioranza della popolazione americana. Reazioni di sconcerto anche negli Usa da parte repubblicana. Ma Trump non è intenzionato a mollare la presa. Da tempo ha minacciato di voler tassare i prodotti cinesi per un totale di 550 miliardi, anche a costo di mettere a rischio l’economia americana che invece in questo momento vola alto. Trump infatti ritiene il deficit commerciale con la Cina (375 miliardi che lui vuol portare a 200) sia penalizzante per gli Stati Uniti.

Criptovalute: tasse, regime e contabilità fiscale per bitcoin e le altre

da agendadigitale.eu

Tante aziende e utenti si chiedono ancora a quale tassazione sono soggetti i bitcoin e altre criptovalute; così come quali norme devono seguire per la contabilità e bilancio. Proviamo a dare una risposta chiarificatrice.

Teniamo conto che le amministrazioni tributarie di alcune nazioni hanno cominciato a dare risposte solo a partire dalla primavera del 2013, alla questione di quale regime fiscale applicare ai bitcoin e alle criptovalute in genere. Cioè se siano beni immateriali (e quindi ogni scambio tra soggetti Iva doveva essere assoggettato ad Iva) oppure assimilabili al denaro (con conseguente trattamento Iva completamente diverso)

Le giurisdizioni europee si sono mosse in ordine sparso fino al 2015, alcune sostenendo che le criptovalute fossero beni immateriali (con tutti i problemi Iva connessi), altre che fossero assimilabili a denaro, assumendo così posizioni opposte, con la conseguenza inevitabile di creare grosse difficoltà a chi avesse voluto utilizzare le criptovalute come mezzo di pagamento/scambio intracomunitario.

L’assenza prolungata di una pronuncia ufficiale italiana (l’Agenzia delle Entrate italiana si è pronunciata solo a fine 2016 per quanto riguarda il regime di impresa, e solo a fine inverno/inizio primavera del 2018 per chi non esercita attività d’impresa) aveva reso di fatto impossibile per molti operatori operare nel contesto italiano, costringendoli all’utilizzo di giurisdizioni estere in cui i temi fiscali erano stati chiariti (in primis Regno Unito e Finlandia).

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Fai poche lavatrici? Rischi di pagare più tasse

da it.finance.yahoo.com

Risparmiare troppa energia elettrica potrebbe voler dire pagare più tasse. Tagliare troppo il bilancio familiare può costare caro. Esattamente l’equivalente dell’agevolazione fiscaleottenuta dal mancato pagamento dell’Imu/Ici e della Tasi per la prima casa.

Il paradosso

Una sentenza della Corte di Cassazione, la 14793 del 7 giugno 2018, stabilisce che se i consumi elettrici sono bassi, il Comune può cancellare le agevolazioni fiscali per l’abitazione principale.

Agevolazioni, addio

Si parla di Ici perché l’oggetto del contendere riguarda quello che resta della vecchia tassa comunale sugli immobili ma il ragionamento si può estendere anche all’Imu e la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili. Nel caso in oggetto, un contribuente aveva contestato quanto stabilito dalla Commissione tributaria regionale che aveva dato ragione a un Comune convinto della malafede di un residente. La prova era la bolletta elettrica: troppo bassa per essere quella dell’abitazione principale.

Spostare la residenza

Insomma sembra che non sia più sufficiente dichiarare un immobile adibito a propria abitazione principale e spostare lì la residenza per godere delle agevolazioni fiscali della “prima casa”, ma è necessario viverci effettivamente. Per i giudici le dichiarazioni del proprietario hanno solo un “valore presuntivo” e possono essere superate da “prova contraria, desumibile da qualsiasi fonte di convincimento e suscettibile di apprezzamento riservato alla valutazione del giudice di merito”.

Consumi minimi

Difficile pensare quale sia il consumo minimo di energia elettrica per poter considerare la casa effettivamente abitata. Lo stabilirà il tribunale in caso di contenziosi giudiziari tra un Comune e i suoi residenti. Per evitare di pagare ulteriori tasse, forse conviene tirare fuori qualche soldo in più in bolletta, lasciando acceso il climatizzatore o facendo qualche lavatrice in più.

Condominio, il furto in cortile è come quello in casa

da ilsole24ore.com

Rubare una bicicletta in un cortile condominiale equivale a rubare in casa. Questo, in sintesi, il principio applicato di recente dalla Cassazione al furto di una bicicletta effettuato da un soggetto che si era intrufolato in un cortile privato dove era custodita e appartenente a una condomina (sentenza 27143/2018). Il furto, tuttavia, non era riuscito perché il ladro era stato osservato dal portiere, che lo aveva fatto bloccare all’esterno del complesso.

La Corte d’appello aveva confermato la sentenza del tribunale che aveva condannato l’intruso per il reato «di furto in abitazione e furto con strappo» (articolo 624 bis del Codice penale: reclusione da uno a tre a sei anni e multa da 927 a 1.500 euro) mentre il condannato – ricorrente contestava tale qualificazione del fatto sostenendo che il tentativo di uscire immediatamente dal cortile doveva essere valutato in modo da inquadrate il comportamento nel reato di «furto non consumato in abitazione o nelle sue appartenenze» (articolo 624 del Codice penale: reclusione da sei mesi a tre anni e multa da 154 a 516 euro) o nel reato di «furto d’uso» (articolo 626: reclusione fino a un anno o multa fino a 206 euro).

Per la Cassazione l’analisi dei fatti effettuata dalla corte di merito aveva ben illustrato come si fosse concretizzato il tentativo di furto, senza che fosse possibile diversamente qualificarlo né come «furto d’uso» (non era credibile che il condannato avesse voluto fare un uso momentaneo della bicicletta solo per percorrere alcuni metri interni al cortile) né come «furto non consumato in abitazione» perché, per orientamento costante della giurisprudenza «il cortile interno di una abitazione viene individuato come una pertinenza della medesima così da doversi configurare in caso di sottrazione di beni da tale spazio, il delitto previsto dall’articolo 624-bis codice penale».